Quando ho iniziato ad approfondire il tema dell’autosvezzamento leggevo ovunque che la piccola avrebbe dovuto iniziare assaggiando qualcosa dai nostri piatti durante il pranzo e la cena.
Lasciando da parte l’evento del fusillo al pesto velocemente derubato dalla piccola dal piatto del papà, per me è stato difficile darle alimenti provenienti dai nostri piatti, sia per una questione di orario e sia per il tipo di pasto di noi adulti.
Mi spiego meglio, intorno alle 12:00 – 12:30 non le importa nulla, vuole mangiare! è chiaro che, per motivi di lavoro, ne io ne il papà riusciamo a pranzare a questo orario.
Inoltre, sia io che mio marito seguiamo un’alimentazione non del tutto adatta alla piccola, in quanto mangiamo perlopiù verdure, passati, zuppe e brodo (per restare leggeri). Le verdure, pure essendo importanti per la piccola, non devono essere l’elemento principale del pasto.
Per tali ragioni è stato difficile seguire il principio “dare il cibo dal proprio piatto”.
Ho iniziato a prepararle, così, i pranzi, le cene e le merende (come accennato, non ho mai avuto nessuna intenzione di darle merendine industriali e cose simili).
Mentre mi accingevo giorno dopo giorno a provare e sperimentare delle ricette per lei, a studiare cosa c’era in un alimento piuttosto che in un altro, a capire cosa faceva bene e cosa no e poi mi trovavo li a guardarla mentre da sola, con le sue piccole manine, assaggiava e mangiava tutto con gusto, mi sono accorta di quanto amore ci fosse in tutto questo.
Tornando a noi, vi riporto un’immagine molto familiare per chi già si è imbattuto in svezzamento – autosvezzamento.
L’immagine è comune ma utilissima
L’immagine ci mostra come dovrebbe essere il piatto dei nostri bimbi, ovvero: